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Sfogliando ... Nazario Ricchi

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Sfogliando … Nazario Ricchi
(poesie tratte da ‘Tienimi con te’ – liriche d’amore). Accademia Culturale Picena 1994)

Poeta , chiedimi,
sono l’ora che lenisce il tuo dolore
sfuggita alla prigionia del giorno.
Di contrada in contrada ho udito
il tuo canto in orizzonti dispersi.
Aprimi, poeta, sono la tua ancella
che ti respira accanto
venuta da vuoti contorti e brumosità perenni.
Sono il faro della tua finestra aperta
Ai soliloqui assenti di silenzi innamorati;
sono il porto dove approdano
le tue dimenticate gioie con stupito fragore.
Mi lego al tuo respiro con sentenza immotivata:
sono io che ti voglio, anche se tu non vuoi

. . .

Errante come un salmo
castigato respiro mi giungi,
perdono acquitrinoso di valle spenta.
L'orologio insegue l'ora stanca
il martirio del sole nell'ultima
sciabolata di luce. Gemi come nebbia
nel veleno che ti stinge, insegui
perdute rondini bel nido chiuso dell'autunno.

Vieni, apri la porta invernale, acclimatati
egoismi deponi sulla mia spalla nuda;
torniamo alla roccia dimenticata
con sorgenti di obliqui pendii
e aurore di soli nascenti.

. . .

Domani sarà ancora oggi,
se il mio debole sole non sale
ai castelli scolpiti nelle arie servili.
I morti giorni di agosto bruciano
nei cimiteri che ci sotterrano;
in nubi tormentate giochi delirano
fino all'estremo ancorato addio.

Troppa neve è caduta nei tremori
estivi; duoli più di prima, immagine
che rassereni nel mito inventato in alcioni.

Le chiuse porte di corrugati orizzonti
nelle afe malsane della vita sfiniscono:
domani mi ferirà una nuova spada
nel rinnovato duello delle vuote attese.

. . .

Oltre le sponde degli addii emergi,
giorno opalescente che innamori.
Esiti in un tralcio di sole e appendi
a obelischi d'oro invertebrate aurore.
Viviamo in chiarori incerti
e assonnate emozioni; passapiù vicina
la muta sera negli infranti silenzi.
Domani cercherò la mia stella polare
nei rivoli di cielo che gonfiano
azzurri depredati di arie passeggere;

nello sguardo assente dell'oggi
un embolo di gioia mi trattiene.

. . .

Notte intatta di tremori, aperta
e chiusa in solitarie stanze.
Inimitabile canto ha l'ora che riscopre
disabitati albori e ghiacci lunari.
Ubriacature di noia, porte di anni
che s'aprono, tempo perduto che torni
da lontananze ignote e pudichi ascolti.
Ti appartengo, canto che sconfini
Da recinti incustoditi; solitarie attese
In mormoriii di brezze fiumano
Nel cielo invasato. Non potrò
Mai dire ciò che il chuore non dice:
niente è più vicino della lontananza
in quest’ora che veste un ricordo nudo.


Nazario Ricchi, poeta, pittore e scultore di Colli del Tronto (AP)www.nazarioricchi.it

«..è un cantore singolare del sentimento, di visioni oniriche, pittoricità di dire e estasi poetica, (…) un artista a tutto tondo, senza incertezze, la sua vita è totalmente dedicata all’arte: una strada intrapresa negli anni dell’adolescenza per naturale vocazione che, ha comportato dolorose rinunce volute e accettate in nome dell’arte.» (Dolores Manini)






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